Sicilia, la mia amata terra, dove la stregoneria popolare è ancora profondamente radicata. Le tradizioni popolari del territorio parlano ancora della grande Signora e la sua voce racconta storie di spiriti, streghe e fate. La stregoneria è esistita e continua a vivere.
Oggi, con questo post, vi condurrò in un breve viaggio attraverso antichi detti, usanze, rituali, fatture e malocchi. Chi non ha mai sentito parlare del temutissimo malocchio? così come anche del “rito del sangue mestruale” uno dei legamenti più utilizzati e temuto dagli uomini, tanto da generare per secoli, paure, sospetti e psicosi.
Anche se in casi ormai limitati, in Sicilia sono ancora attestati rituali finalizzati alla purificazione degli ambienti domestici da spiriti maligni, malocchio e altre “entità” negative. Questi rituali consistono, principalmente, in fumigazioni e in aspersioni della casa con dell’acqua e sale accompagnati dalla recita di una breve formula, della quale esistono diverse versioni in tutta l’Isola. Con quest’ultime, si evocano i due elementi al fine di contrastare la volontà, l’invidia (soccu pènzanu), le maledizioni, le imprecazioni (socchi dìcinu), le azioni incantatorie e le fatture (chiddu ca fanu) inflitte dalle magare.
A Sommatino (CL), chi ha il sospetto di essere sotto una fattura, vittima di operatori cerimoniali, usa versare acqua in una bacinella, mescolarvi un pugno di sale e poi disperderla con la mano in giro per casa, pronunciando un incantesimo.
Acqua e sali. / Li magari, / chiḍḍu ca fanu,/ nu ci pozza giuvari.
(Acqua e sale. / I magari, / ciò che fanno/ non possa giovare loro).
A Naro (AG), invece, l’orazione purificatoria si recita per tre mattine consecutive, mentre si sparge, davanti casa, acqua e sale.
Acqua e sali, / fora li magari, / e nna la me casa / nun cci ànnu a ncugnari.
(Acqua e sale / fuori i magari, / e a casa mia / non si devono avvicinare).
A Marsala (TP) la preghiera si rivolge contro il fascino, le malie e le maledizioni.
Acqua e sali / e soccu dìcinu dìcinu li maari.
(Acqua e sale / [vanificano] tutto ciò che dicono i magari)
A Racalmuto (AG) si lasciano piccoli cumuli di sale agli angoli della casa per allontanare malanni, disgrazie, iatture, mentre si recita la seguente orazione purificatoria:
Acqua e sali pi li magari / Soccu pènzanu nun s’avi avvirari.
(Acqua e sale per [contrastare] i magari. / Tutto ciò che pensano non si deve avverare).
L’orazione di Caltabellotta (AG) viene iterata tre volte mentre si getta il sale alle spalle della persona (magara) che ha probabilmente prodotto una fattura a danno del recitante.
Acqua e sali a li magari / zoccu fazza un ci pozza iuvari.
(Acqua e sale contro i magari / quello che fanno non possa giovare loro).
Di solito, però, questa breve formula, come a Barrafranca (EN) e a Mazzarino (CL) si ripete quando si prende nuova dimora, per liberarla dagli spiriti nocivi che risiedono in essa: «la casa nella quale si passa, prima si lava per bene, poi si benedice con fronda di olivo bagnata in acqua santa e finalmente si scongiura col sale (Trapani). Chi non getta sale, pensa però a portarlo, prima d’ogni altra cosa nella casa nuova (Palermo).
Acqua e sali ppi li magari; / cu l’avi ccu mia un ci ava putiri ghicari.
(Acqua e sale per [contrastare] i magari; / chiunque mi ha in odio non deve riuscire ad accostarsi).
Acqua e sali ppi li magari, / socchi dìcinu un ci pozza giuvari. / Ncapu la ventri/ Ncapu la ventri.
(Acqua e sale per [contrastare] i magari, / ciò che dicono non possa giovare loro./ [Il male possa ricadere] sul loro ventre / sul loro ventre).
fonti
http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/acqua-e-sale-rituali-catartici-siciliani/